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Bella e Perduta_01Chi, in questi decenni, si è opposto alla violenza sulla natura? Non certo gli amministratori, i colletti bianchi. Sono stati gli umili, la povera gente: battaglie, le loro, viste spesso come egoistiche, retrograde, e che invece – come si è capito negli anni – hanno difeso il territorio e la salute pubblica. I protagonisti di questa difesa sono stati coloro che più da vicino vedevano gli effetti dell’attacco dell’uomo contro la natura: l’erba avvelenata, l’acqua inquinata. Tommaso Cestrone era un pastore, un uomo semplice che amava la bellezza, sapeva riconoscerla ma non riusciva a esprimerla se non attraverso la cura, quella stessa cura che offriva agli animali: è l’emblema di una generazione che, pur senza gli strumenti per articolare un discorso “ambientalista”, è diventata un baluardo – l’unico – di difesa del paesaggio. Bella e perduta è il racconto picaresco delle avventure di due umili (un uomo, Tommaso, e un animale, Sarchiapone), ma è anche la storia del riscatto di cui gli umili, i miti, si fanno alfieri, della “rabbia dei giusti” che insorgono senza intellettualismi contro il malaffare e la speculazione.

tratto da “CIÒ CHE FU È SEMPRE PERDUTO ED È L’IMPOSSIBILE CHE DESIDERIAMO”
Conversazione con Pietro Marcello e Maurizio Braucci